Sergio Mattarella a Forlì: portare il segno tangibile della sua vicinanza

Sergio Mattarella a Forlì: portare il segno tangibile della sua vicinanza

Era lunedì 2 maggio quando Sergio Mattarella si affacciò dalla scaletta dell’aereo presidenziale, sulla pista dell’aeroporto Ridolfi, fu subito protetto da una selva di ombrelli. Su Forlì stava piovendo dal giorno prima. Mattarella salì sull’auto che lo portò a Cesena, a celebrare il Macfrut e l’agricoltura romagnola. Sembra passato un secolo, in realtà è meno di un mese. Martedì il Capo dello Stato tornerà e, infatti, troverà una terra cambiata al punto che forse stenterà a riconoscerla.

Da allora c’è stata una prima ondata di maltempo caratterizzata dalle frane sull’Appennino. Poi la vera e propria alluvione del 16 maggio.

A due settimane esatte da quei tragici momenti, Sergio Mattarella arriverà nella nostra terra – stavolta non a Cesena ma a Forlì – per portare il segno tangibile della sua vicinanza. I

eri il viaggio è stato ufficializzato dal Quirinale: “Incontrerà in mattinata a Forlì i soccorritori e la cittadinanza”, poi nel pomeriggio a Faenza i sindaci. “Programma completo e orari saranno diffusi nei prossimi giorni”, avvertono da Roma.

Insomma, dopo la premier Giorgia Meloni la scorsa settimana (anche se il Forlivese era stato toccato solo marginalmente) e la presidente della commissione europea Ursula von der Leyen pochi giorni fa (accolta a Cesena), sta arrivando in Romagna un’altra massima istituzione. A leggere le prime indicazioni, Mattarella sarà a Forlì all’insegna del contatto umano: con chi ha spalato nel fango, con chi ha perso tutto.

Una visita certamente diversa da quella del 2018, quando era ancora in corso il suo primo settennato: quella volta venne in città per ricordare il trentennale dell’omicidio del suo amico Roberto Ruffilli, compagno di partito nella Dc, brutalmente assassinato dalle Brigate Rosse il 16 aprile 1988. Dopo un primo momento di raccoglimento in memoria del senatore, pur in concomitanza con la difficoltà di formare un nuovo governo, Forlì si rivelò una tappa sostanzialmente lieta per il Presidente, con i bambini e tanta gente ad accompagnarlo idealmente fino al teatro ‘Diego Fabbri’.

Diverso il clima che troverà stavolta. Anche se i suoi occhi attenti riconosceranno forse la stessa tenacia, lo stesso orgoglio.

Nel frattempo il ministro degli Esteri e vicepresidente del Consiglio Antonio Tajani ha comunicato che “il commissario straordinario sarà nominato al momento opportuno. Adesso serve affrontare il tema emergenza, avete visto quello che sta accadendo anche dal punto di vista sanitario. Faremo tutto ciò che serve”.
“Abbiamo trovato in pochi giorni 2 miliardi, arriveranno fondi europei, ci sono poi i fondi del Pnrr per la risistemazione del Po – ha rimarcato -. Tutto quello che deve essere fatto sarà fatto. Abbiamo messo a disposizione delle imprese, quelle che esportano e sono tante, 705 milioni di euro soltanto con l’organizzazione ministero degli Esteri e del Commercio internazionale con soldi che possono essere erogati immediatamente”. Tajani, che nei giorni scorsi è stato a Forlì, ha sottolineato come la risposta da parte del governo sia stata “immediata ed efficace. Continueremo ad andare avanti. E serviranno altri soldi”.

“In Romagna in questo momento le città si stanno risollevando, nelle parti urbane l’acqua è stata tolta. Resta il fango, ma soprattutto i danni enormi per le famiglie, le imprese e l’agricoltura”, ha detto Rosaria Tassinari, deputata di Forza Italia e coordinatrice azzurra in Emilia-Romagna intervenendo a Coffee Break. “I campi sono ancora allagati – ha spiegato – i produttori dovranno espiantare tutto con uno sforzo gigantesco non solo economico ma anche di volontà. Ci sono imprenditori che hanno una forza incredibile: ieri ho visitato alcune delle zone alluvionate e ho visto che molte attività stanno già riaprendo. Gli investimenti saranno ingenti, non vogliamo lasciare nessuno da solo, perchè in questa tragedia ci sono danni materiali ma anche la sofferenza psicologica delle persone che vedono un futuro molto incerto. In Romagna ci sono 25.000 imprese, che occupano 270.000 persone, con un fatturato di 70 miliardi, quindi questa situazione può pregiudicare un tessuto economico fondamentale per il Pil italiano”.

“Il governo ha già fatto uno stanziamento importantissimo di 2 miliardi; il vicepremier Tajani è venuto a Forlì, dove ha esposto quelli che sono stati gli aiuti immediati alle imprese, 700 milioni di euro, con contributi a fondo perduto e finanziamenti agevolati. Una prima risposta è già stata data nell’immediato, ma certamente il percorso è ancora lungo. Dal punto di vista idrogeologico, l’Emilia-Romagna è la regione più fragile d’Italia, serve massima attenzione al territorio che non dovrà essere abbandonato quando si spegneranno i riflettori”, ha concluso.

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